“Ho apprezzato e stimato molto Borges [...]. Quando, appena ventisettenne, divenni insegnante di letteratura [...], tenni un corso di scrittura creativa per gli studenti e pensai di mandargli [...] due racconti scritti dai ragazzi. [...] Borges invece era già uno dei più celebrati autori del Novecento; eppure se li fece leggere – dal momento che era ormai praticamente cieco – e per di più gli piacquero molto.”
Ho quasi terminato la lettura di SPERA, la biografia di papa Francesco, e non ho potuto fare a meno di restare colpito dalla sua attività di docente, dalla visione semplice ed efficace che aveva sull’insegnamento, e dalla passione per la scrittura.
L’incontro con il celeberrimo scrittore argentino Borges avvenne nel 1964; Bergoglio lo ricorda come una persona di straordinaria umanità e umiltà, perché Borges, acclamato intellettuale di successo a livello mondiale, accettò di parlare a degli studenti che erano appena degli sbarbatelli guidati da un giovane prete sconosciuto.
Io credo nella scrittura e credo che si possa insegnare, al di là delle stupide polemiche che ruotano attorno alle scuole di scrittura (malgrado siano spesso improvvisate) e ai docenti che vi lavorano (malgrado siano spesso inadeguati).
Credo anche alla funzione sociale della scrittura, capace di unire e creare rapporti tra scrittori e lettori, tra lettori e altri lettori (raramente tra scrittori, perché si odiano tutti tra di loro).
Credo, infine, che la scrittura sia un termometro della grandezza (non del successo) di chi scrive: se la scrittura è armoniosa e profonda, ci sta dietro un autore o un’autrice dall’animo tanto umile quanto immenso.
Come va a finire la storia di Bergoglio che invita Borges alle sue lezioni? Va a finire piuttosto bene, con la pubblicazione di una raccolta di racconti scritti dagli studenti e con la prefazione a firma dello stesso Borges. Il nome di Bergoglio, per modestia, non compare da nessuna parte, finché l’aneddoto non sarà rivelato in tempi più recenti da un suo studente, prima di confluire nella recente autobiografia.
Nella foto, tratta da un saggio di Edna Aizenberg del 2014, ritrae Borges di profilo (a destra) mentre scambia qualche battuta con Bergoglio (il primo a sinistra).
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