Sottovoce, segreti sussurrati

 In una Catania sempre più multietnica e dalle classi sociali sempre più distanziate, ci sono giovani che stringono amicizie fraterne e bambini impauriti da buio e solitudine. E poi ci sono amori presenti non sempre corrisposti e amori passati sui quali si indaga a partire da una fotografia. Con il suo ultimo romanzo (Sottovoce, CentoAutori), Martina Ásero ci porta a spasso tra le aule universitarie dell’ateneo catanese, senza risparmiare qualche accenno alle serate snob della movida studentesca del capoluogo etneo, dove non mancano i figli di papà e le oche dalla voce stridula incarnate in corpi da fotomodelle. In questo movimentato racconto non mancano nemmeno gli stretti tornanti che si inerpicano sul dorso dell’Etna, e che pongono i paletti tra la vita frenetica della città e il ritmo più indolente delle zone rurali. Filosofia e dilemmi esistenziali trovano spazio tra queste pagine ben ispirate da un ambiente vivo e dinamico ma al contempo segreto e arretrato. Lá dove gli esseri umani non sempre riescono a instaurare una comunicazione sincera e una relazione equilibrata, a volte entra in scena la componente mistica che abita nel cuore dei protagonisti, altre volte è un animale che inonda di affetto incomunicabile il vuoto che circonda coloro che per un motivo o per un altro stanno soffrendo.

Nessun altro titolo potrebbe addirsi meglio a questo romanzo, perché tutto è sussurrato con pacatezza e dignità, come certi segreti che si profferiscono sottovoce per essere quasi certi di non essere ascoltati da nessuno ma che a tenerli dentro sarebbero davvero insostenibili.

Giuseppe Raudino

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