Devo ammettere che oggi le automobili sono dei veri e propri computer a quattro ruote, per cui, piuttosto che per riparare un problema meccanico, si perde più tempo a ripristinare la normalità delle funzioni elettroniche dopo un’enigmatica indicazione del potente apparato diagnostico. Per motivi poco interessanti che non sto qui a raccontare, ho un appuntamento con un meccanico che ha l'officina lontano da casa mia. Mi parto di buon mattino per essere lì all’apertura. Ho la mia borsa: un laptop, un tablet, un lettore di ebook, un taccuino per gli appunti e la biro, smartphone e auricolari. In più ho un paio di panini e qualcosa da bere. La reception (sì, i meccanici olandesi hanno una reception) è accogliente: bonsai gigante per dare un tocco di verde, radio bassissima, una vetrina piena di gadget e olii per motore (il Castrol e il Bardahal mi riportano indietro con la memoria ai tempi del mio cinquantino a miscelatore separato e al profumo del suo scarico che si mischiava a quello dell’asfalto rovente di #Siracusa), ma soprattutto hanno qualche poltrona comoda da offrire e una macchinetta del caffè. Ho lavorato tutto il tempo, con pochissime e piacevoli distrazioni. La grande finestra che dava sull’autofficina mi permetteva di spiare dei giovani meccanici operosi, ragazzi che lavoravano sotto la direzione del proprietario e del capomeccanico. Nelle loro facce non ho mai visto noia. Anzi, mi è sembrato di vedere la loro voglia di acquisire sempre più esperienza per commisurarla con gli aumenti in busta paga (sì, in Olanda si può chiedere un aumento senza essere licenziati o passare per pazzi). A parte la passione di questi giovani meccanici, mi è sembrato addirittura di presagire la tranquillità della loro vita privata, quando, dismessa la tuta da lavoro e sgrassate per bene le mani, a fine giornata si mettono alla guida della loro BMW un po’ datata ma lucidata a nuovo per tornare a casa, sognando di comprarsene una più nuova e più bella e più potente dopo qualche anno. Me li immagino anche la sera, quando vanno a prendere la fidanzata per fare un giro, sognando di portarla presto su una coupé mentre lei sogna una station wagon da riempire di marmocchi. Ho lavorato tutto il giorno in reception, leggendo e scrivendo. Ho lavorato mentre li invidiavo un po’ quando sollevavano un bestione di SUV sul ponte, sbirciavano sotto il cofano di una fuoriserie o leggevano i dati su uno schermo collegato al computer di bordo come un medico legge il referto di una risonanza magnetica. La giornata è trascorsa velocemente per tutti quanti noi: se ti lasci prendere dall’entusiasmo mentre lavori, il tempo non lo percepisci nemmeno.
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